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Cibi e prodotti tipici della Toscana: un viaggio tra i sapori di una regione autentica

La Toscana è una delle regioni italiane più celebri al mondo, non solo per la sua incommensurabile eredità artistica e paesaggistica, ma anche per la sua ricca tradizione culinaria. Terra di colline dolci, vigneti estesi e paesi pittoreschi, la Toscana offre una cucina che rispecchia il suo territorio: genuina, autentica e indimenticabile. Vendita online prodotti tipici aziende agricole Toscana

Ecco una panoramica delle specialità e dei prodotti che ogni amante del buon cibo dovrebbe assaporare.

Frutta e verdura tipica prodotta in Toscana

  • Cavolo Nero: Questo tipo di cavolo, noto anche come “cavolo toscano” o “lacinato”, è un ingrediente fondamentale della cucina toscana, in particolare della famosa zuppa “ribollita”. Il cavolo nero ha foglie lunghe, scure e leggermente ricciolate, ed è apprezzato per il suo sapore ricco e leggermente amaro. Il nome “nero” si riferisce al colore molto scuro delle sue foglie, che si distinguono nettamente dal verde più comune di altre varietà di cavolo.
  • Fagiolo di Sorana: Questo piccolo fagiolo bianco, coltivato principalmente nella zona di Sorana, nel Pistoiese, è famoso per la sua pelle sottile e la sua consistenza morbida. È un ingrediente prezioso in molti piatti toscani, compresi i contorni e le zuppe. Il nome “Sorana” deriva dalla località di origine, evidenziando l’importanza del legame con il territorio nella denominazione di queste varietà.
  • Carota di Polignano: Anche se non esclusiva della Toscana, questa varietà di carota è molto apprezzata in regione per il suo sapore dolce e la consistenza croccante. La “Carota di Polignano” prende il nome dalla città di Polignano a Mare, ma è diventata un prodotto ampiamente coltivato e apprezzato anche in Toscana.
  • Fico Moro: Questa varietà di fico si distingue per il suo esterno scuro e la polpa rossa. Molto dolce e succoso, il Fico Moro è coltivato in varie parti della Toscana. Il nome “Moro” si riferisce alla colorazione scura della buccia, che richiama le tonalità del marrone scuro quasi nero.
  • Mela Rossa di Montagnana: Coltivata nelle aree collinari della Toscana, questa varietà di mela è nota per la sua buccia rossa brillante e il sapore dolce e leggermente acidulo. Il nome deriva dall’area di Montagnana, dove queste mele sono particolarmente abbondanti.
  • Pera dell’Imperatore: La Pera dell’Imperatore è una varietà pregiata coltivata nella Toscana centrale, apprezzata per la sua polpa succosa e il sapore dolce. Si ritiene che il nome derivi dall’elevata stima in cui questa pera era tenuta presso le corti reali e imperiali europee.

Formaggi tipici toscani

  • Pecorino Toscano DOP. Il Pecorino Toscano è forse il formaggio più emblematico della regione. Prodotto con latte di pecora, questo formaggio a pasta dura si distingue per il suo gusto dolce e delicato quando è fresco, che diventa più intenso e piccante con la stagionatura. La denominazione “Pecorino” deriva dalla parola italiana “pecora”, che significa pecora, indicando così l’origine del latte utilizzato.La zona di Pienza è particolarmente famosa per la sua produzione di pecorino.
  • Pecorino delle Balze Volterrane. Una varietà meno conosciuta ma altrettanto pregiata è il Pecorino delle Balze Volterrane, che deve il suo nome alle formazioni geologiche chiamate “balze”, tipiche della zona intorno a Volterra. Questo formaggio si caratterizza per le sue note aromatiche uniche, dovute anche all’uso di latte di pecora di razze autoctone alimentate con flora spontanea del territorio.
  • Marzolino. Il Marzolino è un formaggio a pasta morbida, prodotto tradizionalmente con latte di pecora, anche se oggi si trovano varianti realizzate con latte di mucca o misto. Il suo nome ha origine dal mese di marzo, periodo in cui inizia la produzione di questo formaggio, coincidendo con il ritorno al pascolo delle greggi.
  • Raviggiolo Toscano. Il Raviggiolo Toscano è un formaggio fresco e morbido, noto per la sua cremosità e il sapore delicato. Il nome “Raviggiolo” potrebbe derivare da “raveggiolo”, termine che nel dialetto locale indica una piccola rava o quantità di latte coagulato. Tradizionalmente, il Raviggiolo si produceva nei mesi invernali, utilizzando latte di pecora o di vacca.
  • Caciotta Toscana. La Caciotta Toscana è un formaggio a pasta semi-morbida, prodotto con latte di pecora, di vacca o una miscela dei due. Il termine “Caciotta” deriva dal diminutivo di “cacio”, parola antica italiana che significa formaggio. Questo formaggio si distingue per il suo gusto delicato e la sua versatilità in cucina.

Salumi tipici toscani

  • Prosciutto Toscano DOP. Il Prosciutto Toscano DOP è uno dei salumi più emblematici della regione. Caratterizzato da un sapore deciso, dovuto all’utilizzo di spezie come pepe, aglio e rosmarino nella sua lavorazione, questo prosciutto crudo si distingue per l’aroma intenso e la consistenza morbida. Il nome “prosciutto” deriva dal latino “perexsuctum”, che significa letteralmente “asciugato” e si riferisce al processo di stagionatura che lo rende così prelibato. Degna di nota è anche la Spalla Toscana, ottenuta dalla coscia anteriore del maiale, leggermente più asciutta e più salata del prosciutto. Una perfetta combinazione con il pane toscano sciocco.
  • Finocchiona. La Finocchiona è un salame tipico toscano, famoso per il suo aroma distintivo dato dall’aggiunta di semi di finocchio selvatico. Questa spezia, insieme al vino rosso e all’aglio, contribuisce al gusto unico e alla fragranza della Finocchiona. Il suo nome, ovviamente, deriva dal finocchio, ingrediente che ne caratterizza il sapore e ne celebra la tradizione locale.
  • Lardo di Colonnata IGP. Il Lardo di Colonnata IGP è prodotto nei marmorei laboratori di Colonnata, piccola frazione di Carrara, famosa in tutto il mondo per le sue cave di marmo. Il lardo, stagionato in conche di marmo con sale, pepe, rosmarino e altre spezie locali, acquisisce un sapore delicato e una consistenza morbida e fondente. Il nome “lardo” deriva dal latino “lardum”, indicante il grasso di maiale, mentre “Colonnata” sottolinea l’unicità geografica e culturale della sua produzione.
  • Salame Toscano. Il Salame Toscano si distingue per il suo equilibrio tra carne di suino e grasso, nonché per l’aggiunta di pepe nero in grani e vino rosso, che ne arricchiscono il gusto. La sua origine etimologica è legata alla parola “salame”, che deriva dal latino “salumen”, riferendosi alla pratica di insalare la carne per la sua conservazione.
  • Soppressata Toscana. La Soppressata Toscana è un insaccato di carne di maiale caratterizzato da una grana grossa e un gusto intenso, arricchito da spezie e aromi locali. Il termine “soppressata” fa riferimento al processo di “soppressione”, ovvero di pressatura della carne durante la fase di lavorazione, utile a conferirle la sua forma tipica e a migliorarne la stagionatura.
  • Mortadella di Prato. La Mortadella di Prato è un salume antico, la cui ricetta documentata risale al XVI secolo. Differisce dalla più nota mortadella bolognese per l’aggiunta di aglio e spezie, oltre che per l’utilizzo di alchermes, che le conferisce un caratteristico colore rosato. Il nome “mortadella” proviene dal latino “myrtatum” (insaporito con mirto), anche se l’utilizzo del mirto è stato sostituito nel tempo da altre spezie.
  • Buristo. Il Buristo è un insaccato a base di sangue di maiale, cotenna e pezzi di carne magra, tipico della macelleria toscana. Il suo nome deriva dal francese “boudin”, indicando un insaccato di sangue, che riflette le influenze culturali e gastronomiche tra Italia e Francia.

Prodotti tipici toscani

  • L’Olio Extravergine di Oliva Toscano IGP è un altro pilastro della cucina regionale. La Toscana vanta una lunga storia di olivicoltura, con varietà di olivo come la Frantoio, la Leccino e la Moraiolo che dominano i paesaggi collinari. La denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) assicura che l’olio sia prodotto secondo metodi tradizionali e in specifiche aree geografiche, garantendo un prodotto di alta qualità con note fruttate e piccanti.
  • Il Vino Toscano. Il vino è indissolubilmente legato alla cultura toscana, con la regione che si fregia di denominazioni di origine controllata e garantita (DOC e DOCG) famose in tutto il mondo. Tra queste, il Chianti è senza dubbio il più noto, un rosso robusto e versatile che si abbina perfettamente alla carne rossa e ai piatti ricchi di sapori. Altre etichette di prestigio includono il Brunello di Montalcino, il Vernaccia di San Gimignano e il Sassicaia, ciascuno con caratteristiche uniche legate al terroir di produzione.
  • Il Miele Toscano. Il miele in Toscana è prodotto in varietà che riflettono la biodiversità della regione, da quello di acacia, dolce e chiaro, a quello di castagno, più scuro e con un retrogusto amaro. Oltre al consumo tradizionale, il miele toscano è utilizzato in numerosi piatti e dolci, arricchendo i sapori con la sua dolcezza naturale.
  • La Schiacciata all’Olio. La Schiacciata all’Olio è una sorta di pane piatto, simile alla focaccia, condito con olio extravergine di oliva e talvolta arricchito con rosmarino o altre erbe aromatiche. La sua origine è umile, legata alla tradizione contadina di sfruttare il calore residuo del forno dopo la cottura del pane. Oggi è un antipasto o uno spuntino apprezzato, perfetto da gustare in ogni momento della giornata.
  • Il Cantuccio Toscano. I Cantucci, o cantuccini, sono biscotti di Prato croccanti a base di mandorle, noti per essere immersi nel Vin Santo, un vino dolce da dessert. La loro origine risale al Rinascimento, quando venivano considerati un lusso per le occasioni speciali. Oggi, rappresentano un finale di pasto tradizionale, simbolo dell’ospitalità toscana.
  • Panigacci e Testaroli: tipici della Lunigiana, sono preparati con una semplice pasta di acqua e farina. I panigacci sono simili a piccole focacce, mentre i testaroli vengono cotti e poi bolliti, spesso serviti con pesto o funghi.
  • Tartufo Bianco: la zona di San Miniato, tra Pisa e Firenze, è famosa per il suo pregiato tartufo bianco, protagonista di numerosi piatti autunnali.

La Toscana è una vera e propria festa per il palato. Ogni zona, ogni città e ogni paesino ha qualcosa di unico da offrire, rendendo un viaggio in questa regione un’esperienza enogastronomica senza pari. Dai sapori di terra ai prodotti del mare, dalla tradizione contadina all’eccellenza vinicola, la Toscana racchiude l’essenza della cucina italiana in ogni suo angolo.

Pane Toscano: L’Essenza Senza Sale della Tradizione Culinaria Toscana

Il pane toscano, noto anche come “pane sciocco“, è un elemento fondamentale della tradizione culinaria della Toscana. A prima vista può sembrare un pane come tanti altri, ma ciò che lo rende unico, e per alcuni inaspettato, è l’assenza di sale nella sua preparazione. Ma come ha avuto origine questa caratteristica distintiva e quale ruolo svolge il pane toscano nella gastronomia della regione?Pane Toscano DOP, il pane sciocco o sciapo

Storia e origini

Le origini dell’assenza di sale nel pane toscano sono avvolte nella leggenda. Una delle narrazioni più diffuse racconta di un’antica disputa tra Firenze e Pisa nel 12° secolo. Durante uno scontro, Pisa bloccò il trasporto di sale verso Firenze, costringendo i fornai fiorentini a produrre pane senza sale. Anche se il conflitto si risolse, la tradizione di fare il pane senza sale rimase.

Caratteristiche

La crosta del pane toscano è croccante, mentre la mollica interna è morbida e dai pori ben definiti. É ideale per assorbire salse e sughi, una delle ragioni per cui è spesso utilizzato come base per bruschette e pappa al pomodoro. Il sapore neutro, dovuto all’assenza di sale, lo rende perfetto per accompagnare piatti ricchi e saporiti senza sovrastarli.

Il ruolo nella gastronomia toscana

Il pane toscano svolge un ruolo chiave in numerosi piatti tradizionali della regione. Ecco alcuni esempi:

Ribollita: Una zuppa densa a base di pane raffermo, cavolo nero, fagioli e altre verdure. Il pane assorbe il brodo e gli altri ingredienti, trasformando il piatto in una delizia confortante.

Panzanella: Un’insalata estiva fatta con pezzi di pane raffermo, pomodori, cipolle, basilico, olio d’oliva e aceto. La capacità del pane di assorbire i succhi del pomodoro e il condimento rende questo piatto rinfrescante e saporito.

Fettunta: Una semplice bruschetta tostata, strofinata con uno spicchio d’aglio e condita con olio d’oliva extra vergine toscano.

La mancanza di sale nel pane toscano ha anche un altro vantaggio: conservabilità. Senza sale, il pane tende a seccarsi piuttosto che ammuffire, il che lo rende ideale per essere conservato e utilizzato in piatti come la ribollita o la panzanella.

Il Chianti: Una Storia di Vino, Terra e Tradizione

Il Chianti, con le sue colline ondulate, i vigneti a perdita d’occhio e i borghi pittoreschi, non è solo una delle regioni vinicole più famose al mondo, ma anche un territorio ricco di storia, tradizioni e passione per il vino.

Origini Antiche:
La storia del vino in Toscana ha radici antiche, risalenti all’epoca etrusca. Gli Etruschi furono tra i primi a coltivare la vite nella regione, e successivamente, durante l’epoca romana, il vino toscano iniziò a essere riconosciuto per la sua qualità.

Medioevo e Nascita del Chianti:
Il termine “Chianti” inizia a comparire nei documenti medievali intorno al XIII secolo, riferendosi a una zona specifica tra Firenze e Siena. Durante il Medioevo, queste due città erano in perenne conflitto, e il territorio del Chianti era spesso al centro delle dispute. Nonostante ciò, la produzione vinicola continuava a fiorire.

La “Legge del Chianti”:
Nel 1716, il Granduca di Toscana, Cosimo III de’ Medici, emise un decreto in cui delineava i confini della zona di produzione del Chianti, rendendola la prima zona vinicola del mondo a essere delimitata ufficialmente. Questa è considerata la nascita formale della denominazione Chianti.

Il Gallo Nero:
Uno dei simboli più riconoscibili del Chianti Classico è il Gallo Nero. Questo simbolo ha origini leggendarie e rappresenta la storica rivalità tra Firenze e Siena. Oggi, il Gallo Nero è il marchio del Consorzio Chianti Classico, garantendo l’autenticità e la qualità del vino prodotto nella zona delimitata.

Evoluzione e Riconoscimento Moderno:
Nel corso del XX secolo, la produzione del Chianti ha visto notevoli sviluppi tecnici e normativi. Nel 1967, il Chianti ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata (DOC), e nel 1984 è stato elevato al rango di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Queste denominazioni hanno contribuito a stabilire standard rigorosi per la produzione, assicurando che il Chianti mantenesse la sua reputazione di eccellenza.

Chianti e Sangiovese:
Il cuore del vino Chianti è l’uva Sangiovese. Benché possa essere mescolato con altre varietà, la legge prevede che un vino Chianti contenga almeno l’80% di uva Sangiovese, garantendo il caratteristico sapore ricco e robusto.

Prodotti toscani tipici per provincia

Aziende agricole toscane divise per provincia

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